Sanità, posto ai precari
La metà dei posti vacanti nel Servizio sanitario
nazionale andrà ai precari. Con un Dpcm appena firmato, il ministro
della salute Beatrice Lorenzin tenta di stabilizzare una parte degli
oltre 32 mila precari che da anni affollano le strutture ospedaliere.
Certo il provvedimento, che aspetta solo la pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale, non riuscirà per ora a salvarli tutti, ma rappresenta
comunque una decisa boccata di ossigeno per le aziende con gli organici
ormai ridotti all'osso dal blocco del turnover. Il testo che dà
attuazione a quanto disposto dal decreto legge n. 101/13 «Disposizioni
urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle
pubbliche amministrazioni» (poi convertito, con modificazioni, dalla
legge 30 ottobre 2013 n. 125) prevede la possibilità di avviare
procedure concorsuali riservate appunto al personale precario degli enti
del Ssn, che dovranno essere espletate (dopo la modifica delle regioni)
entro il 2018 e non più entro il 2016, e saranno consentite in misura
non superiore al 50% delle risorse finanziarie disponibili per
assunzioni a tempo indeterminato. Il tutto con una clausola ben precisa:
potranno accedere alla stabilizzazione i precari che abbiano prestato
un servizio effettivo di almeno tre anni nel quinquennio precedente.
Secondo i numeri del conto annuale della Ragioneria si tratta di 32 mila
235 soggetti in totale, di cui 7.400 medici e la restante parte
composta da personale dirigente e non per lo più infermieristico. La
maggior parte di loro, circa 27 mila lavora con contratto a tempo
determinato, mentre poco più di 4 mila soggetti sono lavoratori
interinali. A questi vanno poi aggiunti i precari «a gettone» pagati a
singola prestazione che però non rientrano in queste stime. In
particolare, spiega la nota dello stesso ministero, per quel che
riguarda l'ambito di applicazione del decreto, le procedure previste
sono riservate al personale del comparto sanità e a quello appartenente
all'area della dirigenza medica e del ruolo sanitario degli enti del
Ssn. Il Dpcm disciplina anche le procedure di reclutamento speciale per
lavori socialmente utili (Lsu) e per lavori di pubblica utilità (Lpu) e
la proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato che si programma
di stabilizzare
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