Architetto, meglio studio singolo
Rappresentano quasi il 30% degli oltre 567 mila 
architetti europei e circa la metà lavora in forma singola, alla faccia 
dell'associazionismo e della multidisciplinarietà della professione. In 
compenso però gli architetti italiani reggono alla crisi e si 
accaparrano il 4° posto del mercato europeo delle costruzioni. A conti 
fatti, secondo la quarta edizione dello studio di settore commissionato 
dal Consiglio d'Europa degli architetti, questa professione è in 
crescita, flessibile e internazionale. Mentre il contesto economico 
continua a essere difficile, lo studio rivela infatti tendenze e scenari
 incoraggianti. In generale la ricerca conferma che quella 
dell'architetto è una professione in crescita: il numero dei 
professionisti in Europa ammonta a 567mila unità (+6% dal 2012) con una 
percentuale significativa pari al 27% di architetti italiani, arrivati 
ormai a quota 153 mila. L'architettura, dice ancora l'indagine, è anche 
una professione flessibile, tanto che in risposta a licenziamenti o 
mancate assunzioni, gli architetti hanno aperto un loro studio privato. 
L'indagine segnala che il numero di studi di persone singole sia 
aumentato di circa il 22% dal 2012 e in questo senso l'Italia detiene 
(quasi) il primato. Il 47% dei professionisti italiani, infatti, 
esercita la professione in forma singola, preceduti negli stati della Ue
 solo dai colleghi austriaci (72%) e greci (51%). Ma di cosa si occupano
 prevalentemente gli architetti? In Italia con la crisi dell'edilizia 
solo il 25% si occupa di nuove costruzioni mentre la restante parte si 
dedica alle ristrutturazioni.
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